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Igiene orale e Parodontologia

MANTENERE UNA CORRETTA IGIENE ORALE MIGLIORA LA QUALITÀ DELLA TUA VITA

Cosa sappiamo dell’igiene orale, più comunemente detta pulizia dei denti?

Cos'è una seduta d’igiene

La seduta d’igiene, anche detta detartrasi o ablazione del tartaro, consiste nell’eliminazione del biofilm batterico (invisibile ad occhio nudo) e degli eventuali depositi di tartaro visibili sulla superficie del dente.
 
Il biofilm batterico è un’aggregazione di più tipologie di batteri nella bocca, comunemente conosciuto con il nome di placca. Nella maggior parte dei casi è causato da una scarsa igiene orale.
 
Il tartaro si forma quando il biofilm si arricchisce di sali minerali. È infatti dato da un insieme di depositi minerali che tendono ad ammassarsi intorno al dente e che può assumere diverse pigmentazioni: giallognolo, grigio scuro, marrone.
 
Il tartaro non può essere eliminato con lo spazzolino ma servono procedure di rimozione professionali. La seduta d’igiene si fa normalmente a livello generico in ambulatorio attraverso strumenti ultrasonici e manuali in grado di rimuovere accumuli di placca e di tartaro sopra e sottogengivale.
 
Di fatto non è inserita in un programma ordinato, ma si limita all’eliminazione delle macchie e dello sporco superficiale che si deposita sulle pareti esterne dei denti.
Omette quindi un passaggio fondamentale e assolutamente determinante: la diagnosi.
Sto parlando del momento più importante di tutto il trattamento che viene spesso sottovalutato anche da chi è del settore.
 
Per me è paradossale, un elemento importante come la diagnosi non può essere presa sottogamba! È come chiedere al dottore di prescriverti un antibiotico senza neanche averti visitato! Reputeresti il medico affidabile se lo facesse?
 
E allora perché non dovrebbe valere lo stesso anche per la tua salute dentale?
 
Forse non sai che la diagnosi ci permette di identificare e distinugere:
 
  • Salute gengivale
  • Malattia superficiale delle gengive (gengivite)
  • Malattia più profonda di quello che sta intorno al dente
  • Un’eventuale parodontite
 
Una comune seduta d’igiene che manchi di diagnosi può evitare di affrontare potenziali problemi ed essere persino incoerente con quelle che sono le reali esigenze del paziente.
Limitarsi all’ablazione del tartaro potrebbe trascurare complicanze più severe a livello gengivale come ad esempio una potenziale parodontite.
La parodontite è una malattia cronica molta diffusa di origine batterica.

In Italia colpisce 1 italiano su 2 sopra i 40 anni e 2 italiani su 3 sopra i 65.

Nel mondo coinvolge 743 milioni di individui, aggiudicandosi la sesta posizione sul podio delle malattie più frequenti.
Come mai se è così frequente se ne sente parlare così poco?
Devo informarti che stiamo parlando di una patologia subdola e silente che inizia a dare i propri sintomi quando è in fase avanzata.
Solitamente se non hai sintomi non ti preoccupi nemmeno!
I campanelli d’allarme infatti sono molto sfumati e vengono spesso trascurati.
Potresti avercela anche ora, mentre stai leggendo questo articolo…senza nemmeno esserne consapevole.
Ecco perché ritengo sia fondamentale un piano individualizzato basato su una diagnosi precoce.
 
Continua a leggere per scoprire cosa facciamo..
 
 

Terapia Parodontale di Mantenimento

Come ti ho spiegato precedentemente, ritengo che la diagnosi sia l’aspetto più importante del trattamento.
Questo mi permetterà di identificare un programma incentrato sulle tue caratteristiche ed esigenze personali.
Ho sempre avuto a cuore i miei pazienti, prima fra tutto la loro salute.
Per tale motivo ho ideato un sistema che mi consentirà di andare a lavorare sul profilo di rischio individuale e di identificare i fattori di pericolo della tua personale situazione.
Sto parlando di quella che io definisco TPM (Terapia Parodontali di Mantenimento).
Per TPM si intende l’inquadramento e l’inserimento del paziente in un piano individuale di terapia di supporto finalizzato al conservazione dello stato di salute.
Qualora invece la malattia parodontale abbia già determinato dei danni, lo scopo sarà quello di salvaguardare lo stato di salute ripristinato ed impedire le recidive della malattia.
Attenzione, non sto dicendo che la TPM sia miracolosa.
La situazione può non essere risolta se vengono lasciati residui di tartaro o delle infiammazioni.
Deve quindi essere eseguita in modo efficace, ordinato e preciso, focalizzandosi sui parametri di controllo e sugli obiettivi.
La domanda che devi porti è :
“Perché faccio la seduta d’igiene? Quali sono i miei obiettivi?”
Le risposte possono essere le seguenti..
“Voglio ottenere i denti bianchi?”
“Voglio l’alito più profumato?”
“Voglio conoscere con certezza il mio stato di salute gengivale e nel caso ci siano problemi risolverli il prima possibile?”.
Naturalmente la giusta domanda che dovresti porti è l’ultima.
È importante rimuovere le macchie e avere la sensazione di avere i denti puliti… ma è sicuramente fondamentale essere inseriti all’interno di un progetto in cui gli obiettivi siano:
  • Una diagnosi completa
  • Una terapia efficace
Forse ti stai chiedendo perché nessuno ti abbia mai parlato di questo sistema o perché tu abbia sempre e solo sentito parlare di “pulizia dei denti”…
La risposta in realtà è verosimilmente la seguente…
Soltanto un esperto Parodontologo, ovvero un Dentista specializzato nella cura del parodonto, può organizzare una Terapia Parodontale di Mantenimento

TPM VS Pulizia dei Denti

Le principali differenze tra la TPM e la Seduta d’Igiene Dentale sono due:
  • Diagnosi
  • Collaborazione tra professionista e paziente

Diagnosi

Come ho già spiegato una comune Igiene Dentale può omettere il fondamentale passaggio della diagnosi.
Al contrario per la TPM, la diagnosi rappresenta il punto di partenza.
Grazie ad un test rapido, veloce (bastano solo 15 minuti) ed indolore è possibile valutare il tuo stato di salute gengivale ed individuare così problematiche e terapie personalizzate. Sto parlando del PSR (Parodontal, Screening, Recording), un esame che ci aiuterà a scoprire il tuo stato parodontale.
L’ultima classificazione delle malattie parodontali risale al 2018.
 
In seguito al Workshop mondiale dell’EFP (European Federation of Parodontology) è stato possibile elaborare una graduatoria che divide la malattia in 4 stadi e 3 gradi:
 
  • Stadi 1 a 4 (1 più lieve, 4 più severa): indicano la gravità della malattia. I parametri studiati sono il livello di perdita di attacco, il numero di denti persi ed altri parametri specifici.
  • Gradi (a, b, c): esprimono la probabilità di regressione della patologia.
 
Intercettare precocemente lo stato di salute delle tue gengive ci permetterà di intervenire tempestivamente con terapie poco invasive.
Risolvere lo stato infiammatorio in una fase iniziale, prima che la situazione diventi grave o addirittura irreversibile è fondamentale.
Ti ricordo che la parodontite è una patologia asintomatica. Potresti averla anche tu in questo preciso momento e non saperlo.
Essere inserito in una TPM periodica con una diagnosi iniziale eseguita correttamente (indici numerici di placca – sanguinamento e la raccolta dei parametri parodontali come la profondità del sondaggio) intercetterà in modo rapido e precoce eventuali problematiche che potrebbero sfuggirti.
 
 
L’indice di placca è la percentuale numerica che esprime quanta placca è presente sulla superficie di tutti i denti e che non deve essere superiore al 20%.
Un altro parametro importante è l’indice di sanguinamento, effettuato tramite il sondaggio del solco gengivale (gengiva che sta intorno al dente).
Se il sondaggio provoca sanguinamento vuol dire che è in atto una infiammazione.
Se il valore è sopra al 10% si parla di infiammazione, al contrario si parla di salute gengivale.
Se può interessarti, gli scenari che ti si possono presentare dal PSR sono i seguenti 3:
 

PAZIENTE 1

Paziente sano che non ha problemi di natura parodontale e che quindi gode di salute gengivale.
In questo caso non sussiste una infiammazione superficiale o profonda. In ogni caso la prevenzione primaria è fondamentale per evitare la malattia parodontale. La malattia non è ancora presente, ma il medico deve metterti in guardia su tutti quelli che sono gli aspetti comportamentali da adottare. Primo tra tutti la pulizia dei denti che deve raggiungere elevati livelli di controllo della placca.
Il professionista deve insegnare la tecnica personalizzata più efficace per la rimozione della placca e deve verificare che la placca sia rimossa.
 
PAZIENTE 2
In questo caso il paziente ha una storia di problematiche parodontali che sono state diagnosticate tempestivamente e trattate.
Viene messo in TPM nell’ambito della quale viene eseguita tutta la serie di indagini eseguite con una sonda parodontale.
Per questi pazienti si parla di prevenzione secondaria, basata su una diagnosi precoce che ha consentito di trattare il paziente per problematiche superficiali e che ne deve ostacolare la possibilità di recidive.
 
PAZIENTE 3
Il paziente ha avuto problematiche parodontali gravi, ma è stato risanato e messo in condizioni di stabilità.
In questo caso alzeremo molto la guardia ed effettueremo una TPM con elevata frequenza (ogni 3 mesi) per impedire le ricadute della malattia.
Siamo in quella fase fondamentale che ci determinerà in modo chiaro ed inequivocabile se il paziente riuscirà insieme al nostro aiuto a controllare la malattia parodontale.
 
La TPM su un paziente con una storia di parodontite è fondamentale.
Il monitoraggio insieme ad una diagnosi sempre aggiornata ed ad una terapia corretta dei siti in cui potrebbero verificarsi altri processi infiammatori nuovi stanno alla base del successo della salute parodontale.
È possibile mettere in atto terapie mini invasive per risolvere eventuali problematiche solo quando la patologia è ancora superficiale.
Quando i parametri rientrano nei valori considerati “normali” il paziente rientra nella TPM per impedire le recidive parodontali.
 
Collaborazione tra professionista e paziente
 
La seconda fondamentale differenza tra la TPM e la semplice seduta d’igiene è la stretta collaborazione tra l’Igienista dentale, il Parodontologo ed il paziente.
Ho sempre sostenuto l’importanza del lavoro di squadra. In campo parodontale tale collaborazione diventa ancor più fondamentale per raggiungere il successo nell’ambito di una terapia.
 
L’Igenista è una figura che viene istruita personalmente dal Parodontologo per eseguire perfettamente diagnosi partendo dagli indici sopra descritti.
Partendo dalla diagnosi dell’Igenista il Parodontologo ha la possibilità di monitorare i pazienti anche se non li vede.
Ma l’alleanza più importante è quella che le figure professionali devono instaurare con il paziente, basata su un rapporto di fiducia reciproca.
Il parodontologo ti istruirà sulle tecniche e modalità di igiene che dovrai adottare a casa.
Ogni paziente infatti ha caratteristiche specifiche, che richiedono cure individualizzate.
 
Per farla breve… la giusta tecnica per spazzolare i denti non esiste, ma esiste la giusta tecnica individuale perfetta!

Come si può curare la parodontite?

Per rallentare o addirittura risolvere questa condizione, l’odontoiatra può agire su due fronti
 
Terapia parodontale non chirurgica:
È la prima fase della terapia e avviene tramite la rimozione di placca e tartaro (importanti fattori di rischio) e tramite il controllo e l’igiene orale domiciliare. Da questo punto di vista, l’odontoiatra saprà sensibilizzare il paziente circa le proprie abitudini e indurre a lavorare sui fattori predisponenti. Questo aspetto può migliorare notevolmente la situazione.
 
Terapia parodontale chirurgica:
tramite una serie di terapie e un approccio manuale. Esistono vari tipi di terapia parodontale chirurgica:
 

Quali tipi di chirurgia parodontale esistono?

CHIRURGIA CONSERVATIVA
È una chirurgia che prevede una strumentazione delle radici previa incisione e scollamento della gengiva, una disinfezione delle tasche e una sutura.

Viene definita anche chirurgia per accesso per accedere alle radici rimuovendo il tessuto di granulazione.
 

CHIRURGIA OSSEORESETTIVA

È una chirurgia che consente di eliminare la tasca spostando i tessuti gengivali in direzione apicale. Agisce sull’osso e sui tessuti molli eliminando i difetti.
Gli effetti secondari sono l’ipersensibilità dentale transitoria e l’aumento degli spazi interdentali.
 

CHIRURGIA RIGENERATIVA

È una chirurgia che mira alla riduzione o all’eliminazione delle tasche attraverso la rigenerazione dei tessuti parodontali.
Si può eseguire solo in alcune particolari condizioni del paziente e del tipo di difetto parodontale (difetti infraossei con una componente verticale superiore a 3 mm).

Hai delle domande?

Le nostre risposte a domande frequenti (F.A.Q.)

È doloroso?
La Chirurgia Parodontale nel corso degli anni ha visto una evoluzione delle tecniche e dello strumentario. Oggi si parla di Chirurgia Microscopica e di strumentario per micro-chirurgia.
 
Il dolore durante la procedura è assolutamente assente. È fondamentale ricordare che la chirurgia va eseguita in un paziente risanato.
Si opera quindi su tessuti in completa assenza di infiammazione. L’altro aspetto fondamentale è la mini-invasività nel rispetto assoluto dei tessuti.
 
Cosa ci guadagni?
Ti vengono create le condizioni ideali per il controllo della malattia nel tempo. Una tasca parodontale non consente al paziente di mantenere lo stato di salute. Infatti, non potendo “pulire” all’interno della tasca è impossibile condizionare quello che fanno i batteri. L’eliminazione della tasca ristabilisce la salute gengivale.
 
Se non effettui la chirurgia per vari motivi a cosa vai incontro?
Questa domanda è molto comune. La chirurgia è fondamentale per risolvere e ridurre le tasche parodontali. Non eseguire chirurgia causa la persistenza delle tasche ed aumenta il rischio che queste possano peggiorare.
 
È come se avessi un piccolo campanello d’allarme acceso che espone il paziente a minor probabilità di successo nel tempo.
 
Quando devi farla e con chi?
Va fatta solo quando ci sono le indicazioni e gli obbiettivi sono chiari. I due principali sono l’eliminazione delle tasche parodontali ed il guadagno di attacco clinico.
 
A chi mi devo affidare?
Sicuramente ad un professionista che gode della massima fiducia del paziente e che ha condiviso obbiettivi, limiti ed eventuali effetti secondari. Il professionista che studia e che si occupa di Parodontologia nella sua pratica quotidiana è sicuramente la persona indicata.
Quanto dura una parodontite e quanto il percorso di terapia?
Il percorso di terapia può durare dai 3 ai 4 mesi nei casi più semplici, fino ai 6-8 mesi nelle situazioni più complesse. Al termine della terapia, si effettua una rivalutazione finale che compara lo stato iniziale con lo stato attuale, per accertarsi che si sia ottenuto un miglioramento della malattia.
 
Il miglioramento si traduce solitamente con la riduzione del processo infiammatorio, del sanguinamento, della mobilità dei denti, del sondaggio delle tasche parodontali. Una volta che il quadro infiammatorio è monitorato, la prognosi migliora. Dopo il periodo di rivalutazione, potrebbe essere ancora presente qualche piccola tasca; il parodontologo può intervenire con terapie che possono migliorare il quadro clinico e che rientrano nella parodontologia chirurgica di cui abbiamo parlato prima.
 
Inoltre, se presente una recessione di natura gengivale, c’è tutta la parte della microchirurgia che prevede il riposizionamento delle gengive stesse.

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